Lei, Honji, è tedesca-coreana; lui, Sébastien, franco-spagnolo. Insieme dirigono la compagnia Wang Ramirez nel solco dell’hip hop sperimentale, delle arti marziali e della danza contemporanea. Coreografi e anche interpreti di lavori ibridi, Honji Wang e Sébastien Ramirez giocano sul melting pot culturale e sulla loro complicità di coppia d’arte e vita. Così almeno nei lavori che li hanno visti trionfare sul palco insieme sin dall’esordio avvenuto nel 2010: AP15, poi Monchichi - già presentato con successo a Rovereto nel 2014 - e Dystopian Dream nato nel 2017. Il crescente successo ha permesso alla coppia di allargare gli orizzonti, di lavorare con nuovi collaboratori e interpreti, di accettare commissioni. Hanno preso così forma Everyness nel 2016, titolo per quattro danzatori oltre a Honji e il più recente Au revoir lavoro creato per la Danskompani dell’Opera di Göteborg.
Anche il nuovo progetto, nato in parte da una residenza “virtuale” a Rovereto, YouMe. You are you and me I'm me non vede in scena Honij e Sébastien. Dirigono, in questo caso, un incontro coreografico-musicale di tre donne, diverse per formazione e origini: la ballerina di flamenco spagnola Sara Jimenez, la greca Kalliopi Tarasidou, stella del popping (uno degli stili dell’hip hop) e la violoncellista francese Elsa Guiet.
L’idea? Costruire un dialogo, un “faccia a faccia” tra movimento e musica, tra grintose figure femminili, bellicose e complici. Con il violoncello simbolo dell’estensione del corpo invitato a condividere il palco con le danzatrici nel tentativo di trasformare spazio, tempo e suono in un unico racconto poetico. Una naturale evoluzione al fortunato lavoro Felahikum che sette anni fa, nel 2015, aveva immortalato sulla scena il dialogo interculturale tra Honji Wang e la stella del flamenco contemporaneo Rocío Molina. Carismatiche e pregnanti, Honji e Rocío avevano raccontato sul palcoscenico cosa le accomunava e cosa le distingueva. Ora tocca alle altre tre mettersi in gioco.