I direttori artistici di Oriente Occidente, Paolo Manfrini e Lanfranco Cis, intendono contribuire al rafforzamento del ‘sistema danza Italia’ incentivando la capacità produttiva e distributiva di artisti selezionati del panorama nazionale. Coreografi talentuosi a cui viene offerto un percorso biennale di condivisione di obiettivi. Associando a sé Irene Russolillo, Salvo Lombardo e Davide Valrosso (il cui debutto è previsto nell’edizione 2018), Oriente Occidente intraprende un percorso di produzione e di sostegno dell’attività di questi giovani garantendo loro sia la presentazione dei lavori all’interno della manifestazione, sia il lancio internazionale delle produzioni.
Interprete di indubbia presenza scenica, performer vigorosa, capace di miscelare in modo graffiante corpo, canto e parola, Irene Russolillo torna al Festival da ‘artista associata’ dopo il debutto di A Loan, assolo da lei creato sui Sonetti shakespeariani ospitato a Oriente Occidente nel 2015. Impostasi alla critica e al pubblico nazionale con l’assolo Strascichi (Premio Outlet di Electa Creative Arts e Selezione Visionari Kilowatt Festival 2014) nel 2014 vince il Premio Speciale Equilibrio Roma, diretto da Sidi Larbi Cherkaoui, come migliore interprete.
Entra così in contatto con la coreografa argentina dei Les Ballets C. de la B. Lisi Estaras che crea con e per lei The Speech, un assolo-riflessione su come costantemente gli esseri umani cerchino di riempire i propri spazi vuoti.
Un dialogo tra pulsioni e manifestazioni sviluppato attraverso uno straordinario pensiero ‘muscolare’ che Russolillo interpreta con grande convinzione. Da coreografa, l’artista pugliese sta lavorando a un nuovo progetto, Wave (Onda), di cui Oriente Occidente, che ne è produttore, presenta l’esito della prima fase di lavoro (o primo studio) in attesa del debutto del prossimo anno.
Per la prima volta nella sua carriera in Wave Russolillo si allontana dalla dimensione solistica e coinvolge altri performer: rivolge a loro le questioni tematiche sviluppate su di sé in questi anni di attività compositiva mantenendo fede a una materia danzata legata alla vocalità e alla parola e all’interazione di mondi artistici al fine di costruire flussi energetici ed emotivi inusuali. A partire da un pensiero sulla vicinanza e convivenza, talvolta forzata eppure necessaria, il nuovo progetto delinea uno spazio-tempo della scena in cui gli spettatori, immersi nella performance invece che posti davanti ad essa, saranno stimolati da nuovi sguardi, nuovi tocchi, nuovi impulsi vitali.