IN COLLABORAZIONE CON COMPAGNIA ABBONDANZA/BERTONI
C&C Company nasce dall’unione tra Carlo Massari e Chiara Taviani, danzatori e performer dalla formazione eclettica notati nell’ultimo decennio sui palcoscenici nazionali e internazionali anche come interpreti di diverse compagnie. Dal 2011 formano una coppia artistica e guidano la compagnia che porta come sigla le iniziali dei loro nomi di battesimo. Subito riconosciuti dalla critica per vis artistica nonché coerenza drammaturgica, gli spettacoli di C&C Company - Corpo e Cultura, Maria Addolorata, Tristissimo, 012, Peurbleue, Don’t be afraid - hanno ottenuto anche i favori del pubblico, sempre attratto da un teatro-danza comunicativo e profondo come il loro. Alla base l’interesse per la danza, e in generale dei differenti linguaggi artistici, come mezzo di comunicazione ed espressione di tematiche sociali contemporanee. Dal 2017 la direzione artistica della Compagnia è affidata interamente a Carlo Massari. Il nuovo spettacolo, Beast without beauty, al quale la compagnia lavora dal 2017 sostenuta da Komm Tanz (Compagnia Abbondanza/Bertoni) e la cui gestazione in parte si è svolta al Teatro alla Cartiera di Rovereto, è un quartetto, definito da Massari “un irriverente, cinico studio sugli archetipi della miseria umana, sull’inespressività, sulla spregevole crudeltà nelle relazioni interpersonali”. Il titolo, Bestia senza bellezza, non crea incertezze sulla matrice dell’ispirazione del pezzo che muove dalla brutalità degli esseri umani portando in scena dei perdenti in lotta per l’affermazione personale. In un luogo dove non esistono regole e tutto è consentito, lo scontro si fa spietato. Identità, posizione sociale e sopravvivenza i temi-specchio di una società, quella contemporanea, nutrita di “profonda superficialità”, prevaricatrice e dominata da logiche consumistiche estese anche alle relazioni personali. Carlo Massari si ispira al teatro dell’assurdo di Samuel Beckett e al suo monumento drammatico “sull’immobilità” Giorni felici per raccontare ancora una volta la trappola della condizione esistenziale. Con Beast without beauty fa un tuffo nel non-sense dei corpi e delle azioni, un nonsense costruito su una solida struttura drammaturgica che interseca con disinvoltura parola, canto e tutte le possibili sfaccettature del movimento. E in scena volti pallidi, figure esangui, disumanizzate e stremate al termine di una lunga guerra.