Fortemente caratterizzato da creazioni interdisciplinari che si muovono nell’incontro tra arte visiva e performativa, installazione, video e nuove tecnologie, il lavoro di Pietro Marullo, artista italiano di base a Bruxelles, spesso si concentra su temi sociali, storici e antropologici.
É così anche per l’appuntamento a Oriente Occidente, dove Marullo torna con una tripla proposta che guarda al Mediterraneo: ARANCE - avoid shooting blacks, HERMANDAD e Gaia Empathy #1 JORDAN.
Elemento poetico di connessione tra i tre progetti è l’acqua. ARANCE - avoid shooting blacks è una performance che ci invita a interrogarci sui viaggi dei migranti attraverso il Mare Nostrum per raggiungere un’Europa che spesso si rivela terra di violenza e indifferenza, nonostante l’indissolubile legame che c’è tra il nostro continente e quello africano.
HERMANDAD mescola invece danza, arte visiva e suono creando un’esperienza estetica intorno ai temi di fratellanza e sorellanza, in un viaggio tra ritualità diverse che coinvolgono l’acqua come elemento primordiale dello sviluppo della vita e delle comunità.
Infine, in JORDAN, lavoro video e primo capitolo del più ampio progetto Gaia Empathy, che sarà proiettato prima e dopo la performance, è la scarsità dell’acqua ad essere protagonista: un’assenza che sempre più frequentemente spinge i popoli a migrare.
Il pubblico (...) arriva all’inizio ai margini di una grande scena vuota che si riempie a poco a poco di una “decorazione sonora” degna di nota e di una spettacolare evocazione di queste nuove favelas alle porte dell’Europa. Non c’è logorrea e lo spettacolo è praticamente silenzioso, c’è solo il fruscio del rumore del mondo e dei pensieri di un migrante che si leggono anche su uno schermo. La bellezza plastica dello spettacolo è innegabile, le idee spesso geniali e il simbolismo spesso magnifico.
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