Ultimamente le cause femministe si tingono di rosa, facendosi pop e rispondendo al mercato. Ma il femminismo addomesticato non sarà una strategia del capitalismo? E se invece del rosa, il femminismo “eurocentrico” considerasse il “black” come colore di cui tingersi? Da cosa serve liberarsi e con quali sguardi è necessario contaminarsi per trovare un’identità contemporanea al movimento delle donne?