“Medioceano” più che Mediterraneo; insenatura tra due sezioni dell’Oceano Mondo più che mare semichiuso incastonato tra tre continenti.
In un mondo in cui la maggior parte dei beni continua a viaggiare via mare, la rinnovata importanza geopolitica dell’ex Mare Nostrum risiede nel suo essere connettore di un sistema binario su scala planetaria, mare di mezzo tra due oceani: l’Atlantico, simbolo del predominio americano, e l’Indo-Pacifico, principale arena della sfida tra i pesi massimi Stati Uniti e Cina.
Proprio la concentrazione degli sforzi Usa per contenere la Cina nel Mar Cinese Meridionale ha indotto diversi attori a sfruttare gli spazi che si aprivano nel Mediterraneo. La penetrazione delle nuove vie della seta cinesi (marittime) e la presenza militare di Turchia e Russia in Nordafrica ne hanno poi trasformato l’orogenesi geopolitica, rendendo lo Stretto di Sicilia spazio della competizione tra potenze regionali ed extra-regionali lungo la soglia tra mondi percepiti dell’ordine e del caos. Lo stesso futuro dell’Italia resta dipendente dal mare: la posizione di quasi isola immersa nello stretto transoceanico pone l’Italia al centro di gran parte delle partite in corso.
Gli ottomila chilometri di costa nel cuore di questo sistema e un’economia strutturalmente dipendente dai traffici marittimi comportano per il nostro paese una rendita geostrategica che se priva di consapevolezza rischia di trasformarsi in debolezza strutturale.
L'incontro è moderato da Chiara Turrini.