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Marta Bellu

Danzatrice, coreografa e psicologa, Marta Bellu, si interessa a pratiche di consapevolezza ed espressione che coinvolgono il sistema mente-corpo in senso artistico, evolutivo e sociale.

Dal 2014 si occupa di ricerca coreografica in dialogo col linguaggio e la composizione musicale indagando la relazione tra corpo, suono e luce.

Nello stesso periodo inizia a lavorare a progetti di danza e ricerca coreografica con persone con disabilità collaborando con L’Associazione Trisomia21, Autismo Svizzera Italiana, MAD (Murate Art District.

Dal 2015 ad oggi porta avanti il progetto indipendente di danza e ricerca coreografica Iniziali a Firenze. Dal 2019 è artista associata di Versiliadanza e nel 2021 è tra le fondatrici di A Corpo Vivo, con base a Cagliari, con cui realizza progetti e laboratori che intrecciano ecologia e pratica artistica.

Con il gruppo multidisciplinare Trifoglio (Donato Epiro, Andrea Sanson) realizza Acquitrini (2023), Iride (2023) e Where else? (2020).

Da ottobre 2024 è docente e coordinatrice del percorso coreutico professionale inclusivo “Ogni corpo, ogni espressione”, realizzato e curato da Versiliadanza e Associazione MUS.E. Come interprete lavora dal 2013 con la coreografa Cristina Kristal Rizzo; ha lavorato con il Gruppo Nanou e tra il 2016 e il 2020 con la coreografa svizzera Yasmine Hugonnet. Dal 2015 si occupa di formazione artistica nelle scuole con l’Associazione Fosca e dal 2020 con Tempo Reale.

Dopo aver concluso un Master in Neuroscienze e Pratiche contemplative, si dedica allo studio e alla pratica del Buddhismo tibetano all’Istituto Lama Tzong Khapa.

L’immaginario che illumina il buio è ecologico, ma non antropocentrico: figure di esseri ibridi dai contorni sfumati, in cui elementi umani, zoomorfi e astratti si mescolano e si confondono. Apparizioni strane, generate dai percorsi delle mani, in uno scenario di segni geometrici, nelle cavità. Composizioni di esseri che fluttuano in uno spazio immaginario come frammenti onirici. Una stratificazione polimorfa e sonora di corpi astratti e viventi, arti e volti, ossa e mani, che si imprimono, si sedimentano, fanno i versi, dormono nell’ombra e generano sogni.

Le cavità del segno indaga il gesto come primo segno naturale, prima traccia del pensiero umano, nelle cavità, all’origine del linguaggio. La ricerca si sviluppa all’interno della relazione tra la gestualità e il suono, nel loro vibrare insieme in profondità. Morfologie cristalline sotterranee prendono forma nel buio in una tensione tra geometria e presenza, segno e immagine.

Il progetto è una nuova tappa di ricerca e creazione con la danzatrice con sindrome di Down Laura Lucioli e il musicista e performer Francesco Toninelli.

Una produzione Versiliadanza con il sostegno nostro e di Fondazione Armunia e Open Dialogo, un progetto di scambio culturale bilaterale gestito da Stopgap Dance Company e commissionato dall'Arts Council England, dal Ministero della Cultura italiano (Dipartimento dello Spettacolo), dall'Istituto Italiano di Cultura di Londra e dal British Council.
In collaborazione con Associazione Mus.e e MAD Murate Art District.


I versi delle mani intessono trame sonore, disegnano danze; sono bocche che si aprono.

È un lavoro firmato dalla coreografa Marta Bellu, che unisce suono e danza nella scrittura simultanea di una partitura musicale e coreografica. In scena, Laura Lucioli - danzatrice con sindrome di Down - che con questo spettacolo ha coronato il suo processo di professionalizzazione nel mondo delle arti performative.

Insieme a lei Agnese Banti, musicista e performer sensibile e attratta dal dialogo con la gestualità del corpo, la fisicità del suono e la sua relazione con lo spazio. Questo è il primo progetto in cui si misura con la coreografia e rappresenta il primo incontro con Marta Bellu, che a sua volta ha iniziato nel 2014 un'indagine sulla relazione tra il linguaggio della danza e la composizione musicale.

I versi delle mani è una produzione del 2021, arriva in residenza artistica nel nostro Studio a luglio 2023 con l’obiettivo di sviluppare un’audiodescrizione poetica che possa non solo rendere lo spettacolo accessibile ad un pubblico cieco e ipovedente, ma anche ad arricchire il lavoro e la sua drammaturgia. Il lavoro di audiodescrizione sarà realizzato grazie alla collaborazione dell'artista cieco Giuseppe Comuniello e della dramturg Camilla Guarino.

I versi delle mani è parte di Rifrazioni, il progetto vincitore del nuovo bando del Ministero della Cultura - Direzione Generale Spettacolo finalizzato all’accessibilità dello spettacolo dal vivo in Italia.

Con il sostegno del MiC – DIREZIONE GENERALE SPETTACOLO.
In partnership con APS Arcigay Il Cassero / Gender Bender, Centro Servizi Culturali Santa Chiara di Trento, APS Fuori Luogo (Festival Fisiko!), Associazione Nexus di Bologna, IAC, Menhir/Le Danzatrici en plein air e TeatroMenzatì/Tex il teatro dell'ExFadda, Versiliadanza