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08/09/1989 - 19:00

Castelpietra

Ye'ou

“Sono  nata il giorno di Pentecoste del ’44. Mio padre mi ha raccontato che da allora una colomba si è posata ogni giorno sulla finestra della mia camera fino a quando non ho compiuto un anno. Mi hanno soprannominata “Iya Tounde: la madre è ritornata”. La colomba era infatti la divinità tutelare di mia nonna Alufo, sacerdotessa della comunità religiosa femminile “Yao Orisa” – la depositaria della potenza, del sacro e della divinità – morta quattro anni prima della mia nascita”
Cosi la più “nera” e la più “classica” delle danzatrici africane parla delle sue origini. A vent’anni, a Parigi, prende il diploma di insegnanti di educazione fisica e studia danza europea. Torna in Senegal, nel ’75, viene scoperta da Maurice Béjart, che la vede danzare in occasione della festa di compleanno del presidente Senghor; è un colpo di fulmine, con il coreografo la Acogny ha in comune sia il Senegal sia un percorso artistico simile anche se inverso.
Maurice Béjart parte dal balletto classico per arricchirlo di elementi e di ispirazioni asiatiche e africane. La Acogny accosta la purezza e l’astrazione del balletto classico all’animismo e al calore delle danze africane. Ne nasce un nuovo, originalissimo stile. Quando, sempre nello stesso anno, aprirà il centro “Mudra Afrique”, Béjart, che ormai considera Germaine il suo “doppio africano”, le affiderà senza esitazioni la direzione artistica.
Profondamente legata all’idea della danza (considerata come il primo e il più importante modo di espressione), la Acogny balla per riscoprire “le immagini archetipe depositate sul fondo della memoria ancestrale” (Senghor). Per raggiungere la luce dello spirito non c’è altra via che quella del corpo. “Io arrivo a far danzare tutti”, dichiara Germaine “anche la gente che non ha mai danzato”. Tutta la nostra vita è dominata dal ritmo, e molte sono le persone che hanno problemi con il proprio. O sono in ritardo o sono troppo in avanti: io posso aiutare attraverso una tecnica che può arricchire una persona così come la danza classica e la danza moderna arricchiscono la cultura.
Insegno a ritrovare la gioia di vivere riconoscendo il proprio corpo attraverso il petto, che io chiamo il sole, il sedere che io chiamo la luna, e la zona sessuale che equivale alle stelle. Solo in questo riconoscimento l’energia della danza può risplendere.

Danze di Germaine Marie Pentecôte Acogny
Musica di Arona Ndiaye 
 

I due spettacoli fanno parte del progetto “se in Trentino d’Estate un castello” realizzato dall’APT del Trentino, dagli Assessorati all’attività culturale e al turismo della Provincia Autonoma di Trento, dall’Agenzia del Lavoro, dal Progetto Ambiente Cultura Turismo.