Girato dal vivo in 25 giorni con 60 attori, anche non professionisti, e poi montato, fu affidato alla matita di Bob Sabiston che, con l'aiuto di 30 tecnici e in 9 mesi di lavoro, lo trasformò in un cartoon. È il 1° rotoscopio (inventato nel 1917 dai fratelli Fleischer e usato anche in Biancaneve e i sette nani) dell'era digitale. Che cosa non racconta? Personaggi in cerca di autori (Bazin, Debord, Kierkegaard, Nietzsche, Sartre e soprattutto Philip K. Dick) camminano per le strade di un centro urbano, parlando di tutto e riflettendo sul senso della vita reale, la vita da svegli, come dice il titolo. Il tutto è dato come un incubo onirico del protagonista W. Wiggins. La chiave d'interpretazione è rintracciabile nel finale. In concorso a Venezia 2001. Animazione per adulti colti e resistenti.
(il Morandini)
Questo cartone animato è stato girato dal vero in video digitale con attori reali e quindi è stato ridisegnato e colorato fotogramma per fotogramma da un team di animatori texani. Bob Sabiston, lo scenografo, ha ideato il software utilizzato per trasformare le riprese in pitture da animare. Il regista ha girato il film in soli 25 giorni di riprese con una troupe ridottissima. Il film racconta la storia di un ragazzo che, dopo un incidente stradale, inizia a vivere un lungo interminabile sogno, durante il quale si imbatte in una serie di personaggi con i quali intavola conversazioni sui massimi sistemi della vita (morte, fede, razionalità, esistenza). Opera che si presta facilmente a critiche di supponenza, ma che invita a riflettere. Film intelligente e stimolante.
(il Farinotti)
La critica
“Secondo Richard Linklater, Waking Life storicamente è il primo lungometraggio d’animazione realizzato negli Stati Uniti da indipendenti. Forse è vero, forse no. A ogni modo, molto interessante sembra essere l’animazione inusuale e povera, che conserva l’umanità dei personaggi anziché spingerla alle estreme conseguenze realistiche del virtuale. Un cartoon “adulto”, ma anche una carrellata orizzontale di individui e stereotipi culturali. Divertente, ma vagamente orizzontale, intellettualistico e qualunquista.”
Alberto Crespi (Film Tv, 22, 2002)