Mi prendo l’incarico di esplorare i contorni e gli affreschi della passione amorosa, di ciò che si inscrive prima di tutto in un rapporto corporale con l’altro. Il rosso e il nero, la vitalità e la distruzione, la forza e il dolore…”.
Con queste parole Catherine Berbessou – danzatrice contemporanea e coreografa francese dal 2003 consacrata all’insegnamento e alla pratica del tango argentino con Federico Rodriguez Moreno – presenta la sua ultima creazione: Tu, el cielo y tu, dal titolo di un magnifico tango di Carlos Di Sarli. Spettacolo nato nella primavera 2017, dopo un periodo di astinenza dalla creazione, in cui Berbessou esplora la sua passione per il ballo argentino e riprende le fila di un discorso compositivo avviato nel lontano 1996 con A Fuego lento e proseguito con Valser (1999), spettacolo di successo ricreato nel 2014 per il Ballet du Capitole di Tolosa. In questi lavori, come nel suo ultimo, reinterpreta il vocabolario del tango attraverso un’associazione con la danza contemporanea per rendere visibile la trama dei sentimenti amorosi che sottendono il nostro quotidiano. Da sempre votata a una danza di derivazione espressionista – tra i suoi maestri Joëlle Bouvier e Régis Obadia – Berbessou ha declinato la tematica del rapporto di coppia, del maschile e del femminile, in molti suoi spettacoli. In Tu, el cielo y tu porta in scena cinque coppie composte da danzatori contemporanei e da tangheri. La sfida? Trovare una nuova ricchezza nel mélange di tecniche, di stili e di corpi. Lavorare sull’idea di cuore in tutte le sue sfumature: l’organo che determina la nostra esistenza, in quanto il suo pulsare è fonte di vita o morte; il custode dei sentimenti, dell’amore, vuoi costruttore o devastatore. E sono i corpi dei ballerini a raccontare tutta la gamma di sentimenti possibili della coppia, a portare le tracce di momenti di estasi e di abbandono.
A farsi cassa di risonanza del cuore e del bandoneon.