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05/09/1989 - 19:00

Rovereto - Sala Depero

Studi su Nijinsky

È l’anno del centenario di Vaslav Nijinsky, il più grande danzatore del nostro secolo.
Nasce il 28 febbraio 1889, figlio di due danzatori di origine polacca, con cui viaggia per tutta la Russia vivendo quasi in miseria. Entrato alla scuola Imperiale di Danza a Pietroburgo, subito rivela doti prodigiose. L’incontro determinante della sua vita avviene nel 1907, quando sulla scene del “Le pavillon d’Armide” di Fokine, viene notato da Diaghilev, che prepara per il 1909 la prima stagione di tournèe in Europa occidentale dei Ballets Russes: Nijinsky ne sarà l’etoile.
Nel 1912 Nijinsky debutta come coreografo realizzando “L’Apres-midi d’un faune”, prima grandiosa tappa del suo viaggio verso il rinnovamento del linguaggio ballettistico. Nel 1913 crea “Le Sacre du Printemps”, che segna una data storica nell’evoluzione della musica e della coreografia del nostro tempo. I Ballets Russes, nel frattempo, hanno conquistato uno spazio predominante nell’attività culturale europea. Di questo trionfo, di questa rivoluzione espressiva, Vaslav rappresenta una componente fondamentale.
Il ’13 è anche l’anno del distacco da Diaghilev. Comincia il declino: Nijinsky tenta invano di formare una propria compagnia. Turbe psichiche via a via sempre più gravi lo assediano. Finisce con l’isolarsi dal mondo in una sorta di esaltazione mistica prossima alla follia. Muore nel 1950 a Londra.
Il suo Diario, testimonianza crudele ed ossessiva della sua vertigine schizofrenica, viene pubblicato e tradotto in tutto il mondo. Nijinsky diventa mito, emblema del “diverso”, della creatività e del arte spinta alle estreme conseguenze. A posteriori emerge, si rivela, tutta la sua straordinaria potenza di innovatore del linguaggio classico-accademico.
Oriente Occidente rende omaggio a questa “creatura umana allo stato lirico” (parole di Paul Claude) con una serata dedicata a Nijinsky. Una serie si “appunti” coreografici, l’accenno di un ritratto, un pensiero, una traccia. Di questa rivisitazione anti-filologica del più tragico e preveggente tra i personaggi del balletto del ‘900 è autore Virgilio Sieni, probabilmente oggi il più “sperimentale” e inventivo tra gli esponenti della nuova danza italiana. Fiorentino, membro del gruppo Parco Butterfly, fortemente aperto a suggestioni teatrali. Sieni, proprio quest’anno, ha creato per il balletto di Toscana una versione dell’Apollon Musagète che ribalta ogni convenzionale prospettiva del capolavoro di Stravinsky-Balanchine.
É a Sieni dunque, più che mai interessato attualmente a una riflessione (non storicistica, ma profondamente personalizzata) sulle avanguardie del ‘900, che il Festival di Rovereto ha deciso di affidare la creazione di un assolo ispirato alla figura di Nijinsky.
La piccola sezione monografica che Oriente Occidente dedica al più “orientale” tra gli artisti della danza occidentale proseguirà con il film She Dances Alone e con una conferenza di Eugenia Casini Ropa.
 

Di e con Virgilio Sieni

Prima Mondiale