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07/09/1992 - 19:00

Teatro Zandonai

La Légende de Don Juan

Geniale, visionario e felicemente inimitabile, Jean-Claude Gallotta è, a ragione, considerato il capofila della danza francese contemporanea ed è, senza ombra di dubbio, uno dei coreografi più interessanti di questo fine secolo. Con il suo gruppo Emile Dubois, fondato a Grenoble nel 1979, Gallotta ha creato uno stile teatrale inconfondibile, straripante nell’invenzione di situazioni e immagini intimamente legate tra loro da un indiscutibile percorso d’autore. Il suo è un linguaggio espressivo autentico, sfacciato e intrigante. Spezza ogni codice per sfoderare un modo di danzare che non si lascia ingabbiare in alcuna riposante categoria. Contemporaneo “erede spirituale” di Béjart per la sua concezione di arte totale, Gallotta ha voluto riunire nella sua Compagnia danzatori, attori, musicisti, artisti visivi, la maggior parte dei quali sono ancora oggi al suo fianco. Tra questi non si possono non citare interpreti eccezionali come Mathilde Altaraz, Pascal Gravat, Robert Seyfred e l’originale musicista autodidatta Henry Torgue, tutti cofondatori della Compagnia. 
Dall’80 ad oggi dopo gli esordi di “Waslaw-sédir”, “Pas de Quatre” e “Mouvements”, Gallotta firma una decina di spettacoli “Ulysse” (’81), “Grandeur Nature” e “Daphnis et Chloé” (1982), “Yves P.” I e II atto e “Les Survivants” ( 1983), “Les Aventures d’Ivan Vaffan” (1984), “Mammane” prima parte (1986), la versione rivisitata delle due parti di Mammane, riunite in un unico lavoro per la  Biennale de la Nouvelle Danse di Montréal e intitolata “Mammame Montréal” (1987), “Docteur Labus” (1988), “Les Mistères de Subal” (1990), “La Légende de Romeo et Juliette” (1991). 
A partire dalla creazione de “La Légende de Romeo et Juliette”, inaugura una forma di spettacolo da lui chiamata D.T.M.: danse texte musique. I balbettii suggestivi di alcuni suoi precedenti lavori lasciano spazio a un vero e proprio testo. I bravissimi danzatori di Gallotta recitano, cantano, trasformandosi negli interpreti di una stralunata ed eccitante rivisitazione contemporanea di tematiche classiche. Questo processo continua con “La Légende de Don Juan”, la creazione 1992 commissionata dall’Expo di Siviglia e proposta a Rovereto. Il Don Giovanni gallottino, già nominato in “La Légende de Romeo et Juliette” cantante popolare e padre di Romeo, è un personaggio – si legge nel ritratto di Lyne Chamberlain – che non ha avuto altro che la memoria per vivere. Nessuna madre, nessuna donna singolare. Nemmeno un cognome… Gioca a sviare una donna dal suo cammino. Quando ci riesce, gira la schiena e si occupa di altro… Non lascerà niente dietro di lui. Un po’ di corno d’unghie (la chitarra), un po’ di saliva (il trombone), un po’ di incanto (il desiderio) sul posto dove niente dura, dove tutto ritorna. 
Insieme a “La Légende de Don Juan”, Gallotta presenta a Rovereto una creazione in prima assoluta, nata per il Festival e interpretata da lui stesso. Il brano che è dedicato alla madre nativa di Brescia si intitola “Le Solo des Origines”. L’omaggio a Gallotta si completa con una mostra fotografica di Pietro Tauro e con la proiezione di due film dedicati alla sua opera.