Modera Danilo Elia
Stati Uniti e Cina si contendono il dominio delle filiere produttive globali. L’Impero del Centro traina la lavorazione delle terre rare e ambisce ad acquisire l’autosufficienza tecnologica. Eppure nel campo dei semiconduttori dipende ancora dalle conoscenze della superpotenza a stelle e strisce e della Corea del Sud. Snodo chiave della partita è Taiwan, che rappresenta il 50% del mercato mondiale dei microchip ed è posta geopolitica tra le prime due potenze al mondo.
La partita coinvolge anche l’Italia: la manifattura nostrana è fortemente legata a quella della Germania, mentre l’expertise tecnologica italiana è ambita dalla Cina. Di qui la necessità di analizzare le conseguenze geopolitiche delle rivalità sino-statunitense, il rischio di un “disaccoppiamento” tra le filiere produttive delle due potenze e le conseguenze per l’Europa e il nostro paese.