PRIMA NAZIONALE
La tecnologia per ridisegnare il corpo, avvolgerlo, proiettarlo in altre dimensioni. Una serata composta da due diversi lavori e da due artisti distanti per origine e formazione giunti a lavorare in simbiosi con il digitale e le infinite potenzialità da esso fornite. Hiroaki Umeda, globale e vorace performer giapponese attivo in Francia, è solito immergere il suo corpo in una vera e propria tempesta di luci, suoni e tecnologia. Lo fa da quando nel 2000 ha fondato la sua compagnia S20 e ha iniziato a creare performance multidisciplinari decisamente uniche. La miscela di elementi è talmente stratificata che il suo corpo sulla scena diventa un tutt’uno con la musica elettronica, i picchi di rumore e il bombardamento tecnologico. Umeda danza la fusione di saperi mutuando movimenti dall’hip hop come dalla modern dance, riuscendo a cancellare, nell’evolversi della performance, la distanza tra sé e il paesaggio che lo avvolge. Così anche in Intensional Particle, one-man-show in cui a partire da una linea orizzontale tremula proiettata su uno schermo si sviluppa via via un disegno tecnologico di linee multiple capaci di propagare drasticamente la loro energia e vibrazioni all’esterno. Esattamente come particelle dello spazio che sprigionano forza intensionale, anche il corpo di Umeda diviene vibrazione eccitante che si propaga allo spettatore. La finlandese Johanna Nuutinen, con alle spalle una brillante carriera come danzatrice nel Finnish National Ballet, si orienta a creare performance nelle quali il rapporto con la tecnologia e il video traducono un viaggio interiore e personalissimo. Con l’assolo Hatched tratta il tema dell’identità e dell’anonimato immersa seminuda in proiezioni digitalizzate. Intraprende, come nel rito della nascita, un viaggio viscerale che scuote le emozioni e risveglia in chi osserva nuovi interrogativi. Hatched è il primo germe per una definizione, sono i primi passi per la determinazione del sé.
hiroakiumeda.com