Ushio Amagatsu, l’universo ipnotico di Sankai Juku
HIBIKI – Lontana risonanza
Il camminare come una forma semplice: con gli occhi fissi davanti a loro,
due persone camminano lentamente,
con lo stesso passo, nella stessa direzione.
Non hanno bisogno di segnali per fermarsi o per ripartire contemporaneamente;
che siano più di due, che accelerino
è la stessa cosa.
Nessuna parola,
ma una risonanza,
un dialogo tra le coscienze.
La risonanza sgorga da una tensione,
che nasce a sua volta da una collisione,
due superfici tese si urtano.
Ma se una si stacca dall’altra, così fa anche l’altra
e la risonanza scompare.
Si dice che l’ontogenesi assomigli alla filogenesi.
Un feto avvia la sua metamorfosi dopo un mese, dal pesce all’anfibio, dal rettile al mammifero.
Lo sbarco che avvenne in milioni d’anni
sulla riva paleozoica,
il feto umano lo effettua in qualche giorno.
Il rumore della circolazione del sangue nel ventre della madre
assomiglia al movimento delle onde.
È la prima risonanza che ci giunge.
Ushio Amagatsu
Sankai Juku, fondato da Ushio Amagatsu nel 1975, è un gruppo emblematico del Butoh, quella particolare forma di danza esplosa in Giappone tra la fine degli anni Cinquanta e Sessanta in risposta alla tragedia di Hiroshima.
Danza delle tenebre (questo è il significato della parola Butoh), che portò inizialmente in scena con artisti come Tatsumi Hijikata e Kazuo Ohno, il maestro scomparso a 103 anni questo giugno, un corpo anti-convenzionale e radicale, teso verso il ritrovamento delle radici dell’esistenza nel ripiegamento interiore e nella dilatazione temporale del gesto. Appartenente alla seconda generazione del Butoh, Ushio Amagatsu ha sviluppato a partire dagli anni Ottanta una sua particolare visione dello spettacolo in cui il movimento dei danzatori maschi dai crani rasati, dal viso e dal corpo coperto di biacca, porta in scena una nuova bellezza in quadri di potente impatto visivo. I suoi spettacoli rappresentano costantemente un viaggio alla scoperta di una dimensione universale e simbolica attraverso un movimento sviluppato intorno al rapporto con la gravità e all’estasi.
Hibiki - Resonance from far away
Creato al Théâtre de la Ville di Parigi nel 1998, Hibiki – Resonance from far away è una creazione per sei danzatori con musica originale composta da Takashi Kako e Yoichiro Yoshikawa. Diviso in sei quadri, è uno dei pezzi esemplari dell’arte dei Sankai Juku. Si comincia da Sizuki (goccia), con i danzatori accucciati a terra in posizione fetale dentro bolle di luce, mentre lo stesso Amagatsu, in piedi, con il suo gesto parcellizzato e ipnotico, funge da simbolico tramite tra cielo e terra. È una nascita, un aprirsi a un mondo misterioso, dove il corpo scopre lo spazio, ma anche si dispone a seducenti mutamenti in una scena cosparsa di pozze d’acqua bianca e rossa in cui riflettersi. Un viaggio evocativo verso la luce come annunciano anche le visioni e le immagini degli altri quadri. Eccoli i danzatori a torso nudo e in gonna lunga, accarezzare, penetrare, misurare la densità della scena. Il loro è un gesto meditativo e fluido che da singolo si fa collettivo, nuovi dei di un universo irreale e magico. Ballano tra i larghi piatti/vasca trasparenti tra zone d’ombra e di chiarori estatici, improvvisamente accesi dal rosso sul volto e nell’acqua e nelle vesti che si fanno femminili. Calore e sangue, travalicamento del gender. Uno sprofondamento luminoso sulle origini dell’umanità.
CHI È USHIO AMAGATSU
Classe 1949, Ushio Amagatsu si forma nella danza classica e moderna a Tokyo nonché nelle danze tradizionali giapponesi prima di aderire al Butoh. Il nome del suo gruppo, Sankai Juku, significa L’atelier della montagna e del mare in unione agli elementi naturali più caratteristici del Giappone. Tra i suoi primi spettacoli Kinkan Shonen (1978) è un titolo emblema della connotazione cosmica del suo lavoro. Dal 1980 è invitato costantemente in Europa e in particolare in Francia. È al Théâtre de la Ville di Parigi che dal 1981 debutta costantemente con le sue creazioni tra cui Unetsu (1986), Omote (1991), Hibiki (1998), Tobari (2008). L’incontro con l’Europa è complice di una fascinosa estetica di confine tra Oriente e Occidente. Nel 2002 Hibiki – Resonance from far away ha ricevuto il 26° Laurence Olivier Award per la Best New Dance Production.
www.sankaijuku.com