Progetto nato su commissione del Teatro Ponchielli di Cremona e del Festival di Montepulciano intorno all’opera del compositore Claudio Monteverdi, FIGLI DI UN DIO UBRIACO. Incursioni fisiche sui Madrigali di Claudio Monteverdi è la nuova avventura coreografica-musicale di Michela Lucenti per il suo Balletto Civile.
Accompagnata live dall’Orchestra Cremona Antiqua diretta dal Maestro Antonio Greco e da due cantanti liriche, la creazione è una rilettura contemporanea di alcuni topoi barocchi insieme all’esecuzione di otto madrigali scelti dalla sterminata produzione di Monteverdi, di pagine musicali del compositore e di autori coevi come Barbara Strozzi a cui si intervalla un disegno sonoro di oggi.
«Affascinati dagli studi di Tomaso Montanari, uno dei massimi esperti del Barocco» spiega Michela Lucenti «abbiamo scoperto quanto fosse centrale la condizione del corpo e della sensualità in quel periodo storico. Montanari parla nello specifico di “sensualità di vite disperate”, di un corpo in continuo cambiamento citando come esempio la Dafne del Bernini, ambigua e in trasformazione. Un link perfetto alla poetica di Balletto Civile incentrata sulla fragilità e la vita ai margini che abbiamo còlto per disegnare questa epopea della nostra quotidianità segnata da antieroi. Modellando i temi pastorali, guerrieri, amorosi dei madrigali monteverdiani alle nostre esigenze, al fine di costruire un discorso coerente con il nostro stile e il nostro “carrozzone” umano. Il “basso continuo” della resistenza umana si mischia ai suoni di una quotidianità ubriaca restituendo immagini che si dilatano e fungono da microscopio del nostro sentire». Dodici interpreti in scena, tra cui una bambina e il padre settantaseienne di Lucenti, attori, performer e danzatori per far esplodere sulla scena uno spaccato di umanità: quasi due ore di spettacolo nel quale entrano in gioco, per similitudine con la vita del compositore, riflessioni sull’oggi e sull’identità data all’uomo dal lavoro.