"Può un uomo, quando la sua vita non è che pena
Guardare il cielo e dire: così
Anch’io voglio essere. Sì. Fino a che l’amicizia
L’amicizia schietta ancora dura nel cuore
Non fa male l’uomo a misurarsi
Con la divinità. Dio è sconosciuto?
È egli manifesto e aperto come il cielo? Questo
Piuttosto io credo. Questa è la misura dell’uomo.
Pieno di merito, ma poeticamente, abita
L’uomo su questa terra. Ma l’ombra
Della notte con le stelle non è,
Se così posso osar parlare, più pura
Dell’uomo, che si chiama immagine della divinità.
C’è sulla terra una misura? No.
Non ce n’è alcuna"
da Martin Heidegger, Saggi e discorsi
Poeticamente abita l’uomo - Friedrich Hölderlin
Protagonista indiscusso dagli anni Ottanta della scena contemporanea italiana, il fiorentino Virgilio Sieni, oggi direttore del settore danza della Biennale di Venezia, è “tra i pochissimi autori capaci tramite il movimento – come scrisse Goffredo Fofi - di dar vita a composizioni che parlano ancora dell’umano”.
Coreografo ospite di tutte le principali compagnie di balletto delle ex Fondazioni liriche italiane - Scala di Milano, Maggio Musicale Fiorentino, Massimo di Palermo, San Carlo di Napoli, Opera di Roma - è con la sua compagnia e la grande ‘famiglia’ dell’Accademia sull’Arte del Gesto, entrambe di stanza ai Cantieri Goldonetta nell’oltrarno fiorentino, che Sieni sviluppa la sua indefessa ricerca coreografica. Che si è aperta negli ultimi dieci anni alle persone comuni, all’antropologia del gesto, al laboratorio inteso come lavoro continuo e all’utopia di ‘far danzare tutti’. Nei due progetti che lo vedono coinvolto al Festival si potrà assaporare la complessità dell’autore Sieni attraverso l’ultimo lavoro prodotto per la sua compagnia, Esercizi di Primavera, e il nuovissimo progetto a tappe sul Vangelo secondo Matteo con non professionisti.
Esercizi di Primavera, il cui titolo si ispira a una conferenza di Martin Heidegger sulla poesia Poeticamente abita l’uomo di Hölderlin, è un viaggio in sessanta esercizi che conduce lo spettatore nel mistero dell’invenzione del movimento. Sei danzatori ne esplorano le potenzialità a partire dall’esercizio (torsioni, piegamenti, i tremori del muscolo) e dalla dinamica, mentre una voce fuori campo narra di popolazioni lontane minacciate o addirittura fatte sparire. Gli interpreti si preparano al cambiamento della ‘nuova stagione’ declinando le loro variazioni in cui sfidano se stessi e gli altri: potenza fisica e concentrazione intellettuale, ma anche fragilità di un equilibrio precario. È il suono del violoncello live di Naomi Berrill a guidarli, che è carezza e schiaffo, che è voce, lamento, canto e percussione. Così abita poeticamente l’uomo.