Torna, a distanza di tre edizioni a Oriente Occidente Balletto Civile, la compagnia guidata dalla coreografa e performer Michela Lucenti. Dopo il successo di In-erme, realizzato per il centenario della grande guerra, un nuovo lavoro, coprodotto dal Festival, dal titolo curioso e ossimorico: Agnelli cattivi. Una partitura fisica – secondo lo stile inconfondibile di Balletto Civile – per un nucleo allargato di interpreti: Bad Lambs unisce al nucleo stabile alcuni danzatori diversamente abili avviando nuovi processi e incontri.
Da sempre la relazione è al centro della ricerca di Lucenti: “Sono convinta – spiega la coreografa – che il lavoro creativo attivato dalla relazione sia foriero di grandi sorprese. Ci permette di raggiungere obiettivi insperati nel superamento dei limiti di ciascun interprete. Un processo consapevole e cosciente da parte di tutti non per questo meno osato e forte per tendere a qualcosa di universale che il pubblico possa immediatamente comprendere.
Essendo performer e artisti non creiamo alcun metodo terapeutico: per noi l’obiettivo è la scena, lo spettacolo.
Questo ci spinge a dare molta importanza al processo. Ci piace raccontare delle storie con il corpo, tutto qui.
Ma anche sapere che chi guarda possa sentirsi incluso in queste storie”. Bad Lambs non esula da questa metodologia e l’immenso lavoro laboratoriale – in atto al momento in cui scriviamo – consiste proprio nel tentare di amalgamare corpi diversi per trovare un’armonia, un accordo che sia il comune denominatore di un viaggio nel presente.
E tutto parte da una storia, come è consuetudine per la coreografa. Cos’è un fantasma? “Qualcosa che influenza le nostre azioni nel suo persistere. I bad lambs hanno perso la loro parte migliore in un incidente stradale.
Non tutti se ne rendono conto, ma ognuno è incapace di dire addio al proprio fantasma. Eppure ci provano sbattendo, perdendo l’equilibrio, tirandosi e spingendosi, spaccando porcellane, correndo, alla ricerca disperata di un posto da chiamare casa”. Senza voler ammorbidire la realtà, Bad Lambs indaga la grazia con cui ogni individuo accetta la trasformazione o la perdita: la ricerca della forza di volontà e gli sforzi messi in atto per ricostituirsi, secondo un innato spirito di autoconservazione. Bad Lambs esplora ciò che possiamo fare quando abbiamo perso tutto: racconta la guerra che l’umanità affronta affinché la morte diventi tragedia, il rumore musica, il movimento danza, la parola poesia