Uno spazio scenico costituito da una piattaforma circolare, circondata da 14 cabine vetrate individuali che ospiteranno 14 spettatori.
Il peep show è nato nel 1437 ed è per eccellenza il posto dello sguardo voyeuristico, il luogo dove si guarda, nascosti nella propria cabina, attraverso il buco della serratura. È una scatola chiusa, nella quale si sbircia per cercare mondi abitualmente invisibili, immagini oniriche, ricordi nostalgici. Chi è all’interno si esibisce per il pubblico che non vuole essere visto e, nonostante la separazione, lo spazio crea una relazione intima, quasi segreta, tra attore e spettatore. Negli anni ’20 del ‘900 utilizzato come luogo di giochi di seduzione e sensualità in atmosfere di velluto, il Peep Show ha oggi un’altra occasione. Teatro la Ribalta ha deciso infatti di farne lo spazio scenico adeguato al momento che stiamo attraversando, garantendo così il distanziamento fisico, senza perdere l’unicità dello spettacolo dal vivo né rinunciare alla socialità.
Nasce in questo spazio Un peep show per Cenerentola del Teatro la Ribalta, scritto e diretto da Antonio Viganò con le coreografie di Michela Lucenti. Per la compagnia bolzanina si tratta di un ritorno agli archetipi della fiaba già approfonditi con H+G di Alessandro Serra e Bianca & Neve della scorsa stagione teatrale, diretto dallo stesso Viganò. Nel peep show si esibiscono due sorelle, in competizione tra loro: forse in una delle 14 cabine si nasconde il principe azzurro che può appagare il desiderio di riscatto e di avanzamento sociale. Cenerentola è un pretesto, una suggestione, che porta ai temi del desiderio, dell’apparire, della bellezza. Cenerentola è molto impegnata a pulire, a sanificare, a disinfettare, ma appena sarà consapevole e padrona del suo corpo e della sua bellezza non sarà più esclusiva del principe ma potrà essere ammirata da chi sarà disposto, a pagare per ascoltare la sua storia.