Si è chiusa sabato 7 settembre, l’edizione numero 44 di Oriente Occidente Dance Festival, che ha visto sui palchi e nelle strade della città di Rovereto alternarsi più di 150 artisti, artiste, relatori e relatrici provenienti da 17 diversi Paesi del mondo per attraversare insieme al pubblico l’ultimo capitolo della trilogia sui Mediterranei proposta dal Festival. Al centro: le relazioni che attraversano e rendono complesso questo spazio plurale, da sempre teatro di fiorenti incontri e violenti scontri.
Ancora una volta, Oriente Occidente non si è sottratto dall’affrontare i grandi temi al centro del dibattito pubblico, senza sfuggire la contraddizione, per mettere in discussione i punti cardinali, il senso di identità, i significati di centro e periferia. Per farlo ha ancora una volta fatto appello all’arte e agli artisti che hanno portato visioni e narrazioni da lontano: «Come accade ogni anno, arrivano gli artisti e la città si trasforma – commenta Lanfranco Cis – Rovereto diventa come Macondo che accoglie la comunità degli zingari in “Cent’anni di solitudine” di Marquez e dopo il suo passaggio non sarà mai più come prima. Questa è l’immagine che anche quest’anno il Festival restituisce: una città che si trasforma, che grazie all’arrivo di artisti e artiste cambia prospettiva. Rovereto è una città che si lascia contaminare, la partecipazione lo dimostra».
Sono state superate le 10mila le presenze in questa edizione, con 9 sold out per spettacoli come Viro della Compagnia Abbondanza/Bertoni, Maldonne di Leila Ka, Sous les fleurs di Thomas Lebrun ed è già sold out anche Nomad di Sidi Larbi Cherkaoui in programma per domani sera, che segnano un marcato aumento della presenza del pubblico nei teatri. Altro dato da segnalare è quello della presenza alla sezione Linguaggi, che quest’anno ha visto aumentare il suo pubblico in modo significativo, con il picco per l’appuntamento con Nello Scavo e Raffaele Crocco dove più di 150 persone hanno partecipato all’incontro che è stato fruibile anche attraverso lo schermo nel foyer del Mart. Infine come sempre molto apprezzati e partecipati gli spettacoli all’aperto che hanno attraversato la città portando con sé pubblici di ogni età.
Molto positiva anche la collaborazione con Asef (Asia Europe Foundation), che ha portato a Rovereto contaminazioni e collaborazioni tra artisti con basi culturali, ispirazioni e riferimenti diversi tra loro dando vita a progetti inediti che hanno sorpreso e interessato pubblico, operatori del settore e critica, che anche quest’anno ha presidiato il Festival con 15 giornalisti e giornaliste della stampa nazionale e specialistica ospiti a Rovereto per partecipare al Festival: «Queste collaborazioni – prosegue Cis – sono estremamente positive sia su un piano istituzionale che dal punto di vista della programmazione. Includere Asia Europe Cultural Festival nel nostro programma ci ha permesso di conoscere alcuni artisti che hanno abitato spazi sperimentali, aprendoci anche a un pubblico più giovane che quest’anno ha partecipato con entusiasmo».
Anche il pubblico con disabilità che quest’anno aumenta grazie alle diverse azioni che si mettono in campo da anni, facendo di Oriente Occidente un punto di riferimento in Trentino e in tutta Italia per l’approccio innovativo al tema dell’accessibilità.
Per tutte queste ragioni, Oriente Occidente si conferma anche quest’anno un Festival che appartiene al suo territorio senza smettere di guardare al mondo nella sua complessità e nella sua bellezza: «Intrecciare questo sguardo lontano alla comunità locale è ciò che Oriente Occidente considera una vittoria».