Dal 2022 al 2024, Passo Nord ha realizzato 105 residenze artistiche, coinvolgendo oltre 400 artisti e artiste provenienti da 21 nazioni. Il progetto ha coinvolto 74 realtà culturali locali e organizzato 164 aperture pubbliche, favorendo l'incontro tra creatività, comunità e territorio.
Martedì scorso, al MUSE, si è svolto un incontro pubblico per riflettere su questa esperienza triennale: Passo Nord è nato nel 2018 dal nostro incontro con Centrale Fies, Komm-Tanz/Compagnia Abbondanza-Bertoni, Teatro Cristallo e la Cooperativa Prometeo, ma è nel 2022 che ha ottenuto il riconoscimento come “Centro di Residenza in materia di spettacolo dal vivo sul territorio regionale” grazie al bando della Provincia di Trento, in collaborazione con quella di Bolzano e il Ministero della Cultura.
Un percorso storico, legislativo e amministrativo complesso, come ricordato negli interventi di Marisa Giurdanella, direttore ufficio cultura, Provincia autonoma di Bolzano, Francesco Cofone, direttore ufficio per l’innovazione e la partecipazione culturale della Provincia autonoma di Trento e Antonio Lampis, direttore del dipartimento cultura italiana e sviluppo economico della Provincia autonoma di Bolzano, che coinvolge istituzioni e amministrazioni di diversi livelli e territori e che richiede alle amministrazioni sforzi anche fuori dall’ordinario che hanno portato però a eccellenti risultati, come ha sottolineato Antonio Parente, direttore generale della Direzione generale Spettacolo presso il Ministero della Cultura, in un messaggio inviato ai partecipanti.
Molti i contributi che si sono avvicendati sul palco del MUSE a partire dalla cura sia di spazi e beni culturali - come ha sottolineato il dirigente generale di Unità di missione strategica soprintendenza per i beni e le attività culturali, Franco Marzatico - sia degli artisti e delle loro opere.
Poi il concetto di rete, il cui valore aggiunto è stato evidenziato da Donatella Ferrante - già Dirigente del Ministero della Cultura (in collegamento) - perché da intendersi non solo come connessione, ma anche come struttura propulsiva e generativa, viva e vivace che permette di intersecare territori, persone e competenze anche molto diverse e che, così facendo, contribuisce a costruire un patrimonio che non può essere dato per scontato, ma va continuamente creato e vissuto da istituzioni e professionisti. E poi, ovviamente, ricerca, innovazione, contaminazione come elementi identitari delle residenze.
E, infine, l’errore e il fallimento, come ha evidenziato in più momenti Dino Sommadossi: perché le residenze permettono di allontanarsi dalle logiche e dai tempi produttivi che pretendono un risultato, consentendo sperimentazione e ricerca e riconoscendo il valore di questo tempo apparentemente senza frutti. L’arte dello spettacolo dal vivo e le residenze artistiche possono costruire nuovi futuri, come detto da Luisella Carnelli, ricercatrice per la Fondazione Fitzcarraldo, responsabile delle azioni di monitoraggio sulle residenze per il MiC: per questo è utile e necessario continuare a percorrere queste strade ricche di relazioni, incontri, scoperte.
Durante la mattinata sono intervenuti anche Lanfranco Cis, Antonella Bertoni, Dario Spadon, Gaia Carroli, Lucrezia Stenico e gli artisti Carlo Massari, Elisa Di Liberato per il collettivo Mali Weil, Silvia Calderoni, Cinzia Pietrabisi, Ilenia Caleo e (in video), Daniele Villa, Francesca Pennini, Marco d’Agostin, Simone Frangi che hanno portato una loro visione di cosa significa poter vivere l’esperienza di un residenza artistica e una loro testimonianza sul valore che tale opportunità offre alla loro carriera professionale.
L'incontro ha confermato che le residenze artistiche sono spazi indispensabili per la sperimentazione, l'innovazione e la creazione di nuove opportunità nel panorama culturale.