Che impronte lasciano nei nostri corpi i giochi che facevamo da bambini? Si conservano nella memoria quei gesti un tempo familiari?
Un, due, tre, Stella! è un progetto in partenza nei nostri spazi il 4 di aprile che include una serie di incontri rivolti a persone oltre i 70 anni che desiderano condividere momenti e racconti d'infanzia, recuperando i giochi di cortile che facevano con amici e amiche, cercando nei corpi gesti e movimenti di quei giochi.
Il coreografo e i partecipanti andranno a esplorare il mutamento fisiologico dell’essere umano e si interrogheranno su cosa rimane del passato nei nostri corpi, se esiste una memoria fisica e dove risiede per creare così un archivio da custodire.
L’intero laboratorio verrà guidato da Carlo Massari, performer, coreografo e co-fondatore della C&C Company, nostro artista associato e più volte tra i protagonisti del Festival, ma anche diverse volte coinvolto e ideatore di progetti di comunità.
Ho lavorato su progetti di comunità come "Femminile Plurale", un laboratorio di teatro fisico rivolto ad un gruppo di donne di ogni età e provenienza geografica e sociale.
Per me, i progetti di comunità sono fondamentali per creare uno spazio di condivisione e scambio di esperienze, dove ogni partecipante ha la possibilità di esprimersi liberamente e contribuire alla costruzione di un'esperienza collettiva significativa. A Solarolo le signore di Femminile Plurale si sono legate a tal punto che alla fine del laboratorio hanno deciso di continuare a trovarsi e lavorare insieme fondando un’associazione culturale.
Mi auguro di ottenere una maggiore comprensione della memoria fisica, ma soprattutto voglio lasciarmi sorprendere. Sto facendo un grande lavoro preparatorio per questo, cercando di liberarmi da preconcetti e aspettative riguardo allo svolgimento del laboratorio. Voglio permettere a questo processo di evolversi in modo fluido e spontaneo, ottenere uno scambio ed essere pronto a mettermi in discussione.
Per questo non voglio utilizzare un rigido metodo di lavoro: i protagonisti sono i/le partecipanti, il mio ruolo è quello di assisterli nell'entrare fisicamente in determinate dinamiche. È importante concederci il permesso di prendere direzioni impreviste.
In questo progetto è fondamentale l'idea di ritrovare una comunanza e un dialogo autentici. Durante gli incontri infatti la prima cosa che faremo è conoscerci attraverso un riscaldamento per poi iniziare una fase di esplorazione in cui ciascuno potrà proporre un gioco che ricorda. Capiremo poi come questi giochi possano essere riprodotti oggi e inizierà un processo di elaborazione del materiale raccolto in una narrazione autentica.
Mi ispiro a figure come Pina Bausch e Maguy Marin, che hanno dimostrato come attraverso la sincerità del corpo si possano narrare storie con impatto sociale.
Penso che questo progetto “di ascolto attivo” possa valorizzare le radici e le tradizioni della comunità di Rovereto. Vorrei creare un ambiente accogliente in cui esprimersi e lasciare spazio alla condivisione di ricordi d’infanzia e di vita e mi piacerebbe incontrare persone che hanno voglia di raccontare e raccontarsi, mettersi in gioco e sperimentare.
Sono convinto che ci troviamo intrappolati in un vortice in cui guardiamo al futuro senza considerare il passato, mentre è essenziale che il presente si fondi su una comprensione del passato.
La compagnia è stata fondata nel 2015 e prende il nome "C&C" da "Corpo e Cultura": esploriamo come i corpi possano trasformarsi attraverso la cultura di cui sono portatori e, allo stesso tempo, come la cultura possa essere influenzata e trasformata dai corpi.
Tutti i progetti che abbiamo portato avanti negli anni sono strettamente legati alle tematiche contemporanee, con l'obiettivo di narrare il presente e instaurare un dialogo significativo con la società. Ogni progetto rappresenta un'ampia area di ricerca: nel 2022, abbiamo inaugurato una nuova area di ricerca focalizzata sulla metamorfosi, all'interno della quale troviamo anche Un, due, tre stella!.