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Corpografie

Corpografie laboratorio | ph. Giulia Lenzi
Tre anni per la formazione degli operatori sociali e delle persone con disabilità, la coproduzione di uno spettacolo e l’impegno per l’accessibilità degli spazi artistici

Formazione degli operatori e delle operatrici sociali, protagonismo delle persone con disabilità, produzione e tour sul territorio trentino di uno spettacolo che coinvolga attori e performer sia professionisti che amatori con e senza disabilità, impegno nel rendere accessibili gli spazi della cultura in tutta la provincia di Trento.

Questi gli obiettivi di Corpografie, il progetto nato grazie alla collaborazione tra Oriente Occidente e il fondo solidale etika, un'offerta per la bolletta dell'energia ideata dalla cooperazione trentina nelle sue diverse articolazioni (consumo, credito e sociale) insieme a Dolomiti Energia, che aumenta i vantaggi dei consumatori e allo stesso tempo garantisce la costruzione di un fondo sociale con cui attivare percorsi attenti alle comunità minoritarie.

Dopo percorsi di sostegno all’autonomia e al vivere inclusivo, etika decide di investire sulla relazione tra cultura e sociale dando vita insieme a Oriente Occidente a Corpografie, progetto avviato da qualche settimana e che andrà avanti fino a fine 2026, a cui partecipano le cooperative sociali trentine Impronte, CS4, La Rete, Gruppo 78 e Anffas Trentino.

Il progetto è stato presentato in una conferenza stampa, il 17 dicembre, in occasione dell'ottavo compleanno di etika, nella sede della Federazione Trentina della Cooperazione.

«Fin dall’inizio – sottolinea Roberto Simoni, presidente di Federazione Trentina della Cooperazione – etika ha lavorato per promuovere l’inclusione delle persone con disabilità, intervenendo su una molteplicità di dimensioni: da quella culturale all’accessibilità dei contesti, dalla vita autonoma alla partecipazione attiva alla comunità. Obiettivi che convergono in “Corpografie”, il progetto che realizzeremo con Oriente Occidente. Il percorso punta, infatti, sulle arti performative per valorizzare la diversità e superare narrazioni pietistiche o eroiche delle persone con disabilità; dall’altro lavorerà sui contesti artistici per abbattere le barriere architettoniche e assicurare a tutti piena accessibilità agli spazi e alla fruizione delle proposte culturali e, infine, consentirà alle persone con disabilità di far emergere le proprie potenzialità artistiche per non rimanere spettatori ma protagonisti della propria vita».

«Grazie alla fiducia dei nostri clienti che hanno scelto di aderire all'offerta luce e gas Etika – ha commentato Romano Stefani, Direttore Commerciale di Dolomiti Energia – oggi possiamo concretizzare un'idea che mira ad un futuro più giusto. Frutto di un ascolto attento dei bisogni delle persone e delle comunità questo progetto promuove una società più inclusiva dove la cultura e l'arte sono accessibili a tutti. Insieme, con i nostri clienti e con partner come Cooperazione e Oriente Occidente possiamo fare la differenza e trasformare le piccole scelte quotidiane come una fornitura di energia e gas, in un impatto positivo, reale e duraturo».

«L’accessibilità – sottolinea Anna Consolati, la direttrice generale dell’associazione – è un esercizio di democrazia, una costante tensione a cercare di migliorare il contesto e il proprio agire: all’interno della propria organizzazione, con i professionisti con cui ci si confronta, in relazione ai pubblici. Aprire all’accessibilità guardando alle innovazioni estetiche e artistiche, come abbiamo fatto a Oriente Occidente, è significato partire dai corpi e dalle rappresentazioni mancate. Interrogarsi su quali immaginari non sembravano appartenere alla scena della danza contemporanea, ci ha permesso di lavorare in primis sulle barriere culturali. Questo progetto è per noi importante e significativo – prosegue – perché riporta sul territorio le esperienze e le relazioni costruite negli ultimi dieci anni da Oriente Occidente sul piano europeo e nazionale. Le indagini sulla diversità e la disabilità, sugli immaginari possibili e sugli strumenti per lavorare sul corpo e il movimento in contesti più diversificati, l'incontro tra cultura e sociale che rappresenta un mutuo comprendere il punto di vista dell'altro per ampliare le competenze di ognuno».

Il progetto Corpografie si inserisce in questo filone di impegno. Diviso in tre annualità, il progetto parte dalla formazione di educatori, educatrici e professionisti delle cooperative sociali il primo anno, per poi coinvolgere nel secondo direttamente le persone con disabilità nella creazione artistica di uno spettacolo, offrendo loro nuovi strumenti per esprimersi e nuove opportunità di crescita personale.

La prima annualità prevede più di 100 ore di formazione, divise in 6 moduli, realizzate da artisti, coreografi o danzatori che hanno saputo creare propri modelli di relazione con persone con disabilità. La formazione avrà carattere esperienziale e nella terza giornata di ogni modulo prevede simulazioni con la partecipazione degli utenti delle cooperative, consentendo agli educatori di sperimentare metodologie e strumenti appresi e di coglierne le potenzialità di utilizzo e i limiti.

Tra i formatori coinvolti da Oriente Occidente, ci sono Antonio Viganò, fondatore a Bolzano del Teatro La Ribalta, Aristide Rontini performer, coreografo e operatore di danza comunitaria con disabilità, Gaia Germanà, danzatrice, insegnante e fondatrice di MUVet, attraverso la quale divulga la cultura della danza e della diversità nei contesti educativi e sociali; Matteo Maffesanti, regista e filmaker e operatore teatrale fondatore del collettivo Elevator Bunker; Susanna Recchia, danzatrice, coreografa e performer, già reharsal coordinator della nota compagnia inclusiva inglese Candooco e docente all’Università di Losanna.

Se in queste prime fasi gli obiettivi sono il potenziamento delle competenze e il protagonismo delle persone, nella terza fase si aggiunge quello della sensibilizzazione della comunità tutta ai temi dell’inclusione e dell’accessibilità, grazie alla visibilità del percorso sui territori coinvolti e alla circuitazione dello spettacolo finale che permetterà di uscire dagli ambienti più tipicamente del sociale per raggiungere una più ampia platea di spettatori.

Rispetto agli ambienti, il progetto prevede, infine, anche un’azione sull’accessibilità degli spazi attraverso una mappatura dei luoghi per lo spettacolo e la creazione di strumenti per l’accessibilità culturale anche per pubblici con disabilità sensoriale e neurodivergenti.