È stato presentato stamattina al Teatro Zandonai di Rovereto il programma del 43° Oriente Occidente Dance Festival. Sul palco oltre alla Direttrice generale Anna Consolati, a Lanfranco Cis, direttore artistico e al Presidente di Oriente Occidente Paolo Baldessari, anche il sindaco Francesco Valduga: «Il Festival Oriente Occidente ci porta ancora una volta a riflettere su come il bacino del Mediterraneo sia luogo di incontro, di scambio, - commenta il sindaco - e mette Rovereto e il Trentino tutto a essere il centro dello sviluppo di un pensiero che trova nell’arte, nella danza, un linguaggio comune. È grazie al lavoro, all’energia delle persone che hanno creduto e credono in questa capacità di mettere in connessione realtà distanti, se la nostra città sta diventando sempre più città dei Festival, dove avviene una contaminazione positiva, affrontando in modi diversi ma efficaci i temi della contemporaneità guardando al futuro. Il ringraziamento va a tutti coloro che si adoperano affinché questo sia possibile, con l’auspicio che avrà un successo direttamente proporzionale al grandissimo impegno che vi mettono».
A portare i saluti dell’Assessore alla Cultura della Provincia autonoma di Trento Mirko Bisesti, Franco Marzatico, Dirigente generale di unità di missione strategica Umst soprintendenza per i beni e le attività culturali della Provincia autonoma di Trento: «Il performativo fa superare l’antica disputa su quale sia la migliore delle arti – afferma Marzatico, segnalando l’attenzione che da sempre la programmazione di Oriente Occidente presta alle urgenze della società contemporanea». Il secondo capitolo di Mediterranei porta il titolo “It’s time, it’s time, it’s time”, che riprende il discorso della giovanissima attivista ugandese Vanessa Nakate all'apertura della conferenza Youth4Climate a Milano nel settembre 2021.
Dal 2022 Oriente Occidente propone una lettura plurale dello spazio del Mediterraneo: Mediterranei rappresenta infatti un luogo frammentato, disordinato, di incontri e scontri. In questo spazio, costantemente trasformato da equilibri geostrategici tra est e ovest del mondo, sembra ormai impossibile ignorare la linea del tempo, tra ciò che è stato – dallo sfruttamento estremo delle risorse disponibili al colonialismo fino alla privazione dei diritti delle donne – e le conseguenze su ciò che sarà o potrebbe essere. Ma anche, e forse soprattutto, ciò che è e ciò che si può fare adesso.
L’aumento delle temperature; le migrazioni come conseguenza del cambiamento del clima, delle guerre, della povertà e dell’assenza di sicurezza e libertà, non più garantiti da numerosi Paesi; il mondo sembra ribellarsi agli esseri umani attraverso terremoti, alluvioni, siccità. Questi temi sono ormai al centro del dibattito pubblico, esperti e scienziati prendono posizioni, i gruppi di attivisti aumentano e fanno rumore. I protagonisti della protesta sono adolescenti o poco più, con leader femminili, appartenenti a comunità minoritarie, afro-discendenti, con disabilità o neuro-divergenze, preoccupati e preoccupate per il loro futuro. Anche artisti e artiste si uniscono allarmati e producono creazioni attente e di denuncia verso le emergenze climatiche e sociali del nostro tempo: arriveranno da 16 paesi dei tre continenti che si affacciano sul Mar Mediterraneo per questa 43esima edizione, con cui Oriente Occidente offre l’invito di proseguire il viaggio in questo spazio allargato e plurale, con uno sguardo che sappia cogliere etica ed estetica, poetica e politica.
MARCOS MORAU, SHARON FRIDMAN, KAT VÁLASTUR, NADIA BEUGRÉ, MICHÈLE NOIRET, DOROTHÉE MUNYANEZA, HERVÉ KOUBI
Oriente Occidente conferma la sua vocazione internazionale anche in questa 43esima edizione, che seguendo il filo rosso ispirato da Vanessa Nakate, sposta l’attenzione geograficamente verso coreografi e in particolare coreografe, di origine africana che dimostrano attraverso loro creazioni coinvolgimento e riflessione sulle emergenze climatiche e sociali che caratterizzano la contemporaneità.
Ad aprire le porte del Teatro Zandonai per Oriente Occidente ci sarà Marcos Morau, coreografo catalano ormai considerato uno dei punti di riferimento sulla scena internazionale. Torna a Rovereto, con cui ha un rapporto speciale da molti anni, per la prima nazionale di Firmamento, nuovo lavoro rivolto a un pubblico di adolescenti e a tutti quelli che non hanno perso la curiosità dell’adolescenza (2 e 3 settembre, ore 20.30, Teatro Zandonai). Si tratta di un ritorno anche per Sharon Fridman, che porta a Oriente Occidente il debutto assoluto del suo nuovo duetto Go figure, che vedrà in scena un performer con disabilità e uno senza in un incontro che saprà valorizzare le caratteristiche di ognuno (4 settembre, ore 20.30, Auditorium Melotti). Affermerà l’importanza dell’incontro con chi è diverso da noi anche Sol Invictus, ultimo lavoro del coreografo franco-algerino Hervé Koubi, una festa a ritmo sfrenato con ben 17 performer in scena (9 settembre, ore 20.30, Teatro Zandonai).
Kat Válastur arriva invece dalla Grecia e, a partire dal mito di Ifigenia di Euripide e dal rituale arcaico dei camminatori del fuoco diffuso nella Grecia settentrionale, porta in scena insieme alle sue tre interpreti e alla musicista un rituale femminista contemporaneo che trasforma il sacrificio in un atto di ribellione e autodeterminazione (5 settembre, ore 20.30, Auditorium Melotti). Donne e post-colonialismo sono al centro dell’intenso assolo di Dorothée Munyaneza, artista franco-ruandese che sarà sul palco di Oriente Occidente con Toi, Moi, Tituba… un lavoro dedicato alla storia di Tituba, donna, nera e considerata strega, che pone numerose domande sulla relazione tra violenza, genere e colore della pelle (8 settembre, ore 20.30, Auditorium Melotti). Temi affini a quelli del lavoro di Nadia Beugré, coreografa francese afrodiscendente, cresciuta tra Costa D’Avorio e Francia che arriva al Festival con L’Homme rare, spettacolo che mette al centro le questioni di genere, questa volta attraverso i pregiudizi sul maschile (6 settembre, ore 20.30, Auditorium Melotti). Si concentrerà più sull’emergenza climatica, altro grande filone tematico del Festival ’23, il lavoro di Michèle Noiret, coreografa belga che arriva a Rovereto con Le chant des ruines, che lei stessa ha definito “un trattato sulla catastrofe” e che, grazie alla collaborazione di David Drouard, vedrà in scena cinque danzatori interagire con video live di grandi dimensioni (7 settembre, ore 20.30, Teatro Zandonai). Tre delle serate al teatro Zandonai si concluderanno con un momento convivale, grazie ai brindisi offerti da Rotari, main sponsor del Festival.
TEATRO DEI VENTI, INGRI FIKSDAL, POETIC PUNKERS, FRANCESCA BERTOLINI, YOKO OMORI, FRANÇOIS CHAIGNAUD E THÉO MERCIER, ENZO COSIMI
Oriente Occidente Dance Festival porta la danza nelle periferie della città, per le strade, nei musei, nelle piazze e nei parchi, uscendo dal tradizionale spazio teatrale per portare lo spettacolo dal vivo anche fisicamente più vicino al pubblico. Per l’edizione 2023, in particolare, la programmazione per le vie della città rientra nel progetto Lungo le vie dell’Acqua, progetto che vede il comune di Rovereto capofila di una rete composta anche dai comuni di Mantova e Cuneo come enti locali partner e ha per obiettivo l’attivazione nelle tre città di comunità educanti che si impegnino nella lotta al cambiamento climatico, per la tutela dell’ambiente e per una gestione sostenibile dell’acqua in prospettiva glocale e inclusiva.
Ad aprire il Festival, con una scenografia maestosa, arriva Teatro dei Venti, con la sua rilettura di Moby Dick, spettacolo vincitore del Premio Ubu 2019 proprio per il miglior allestimento scenico, oltre che del Premio Rete Critica 2019, ed essere stato, nello stesso anno, spettacolo dell’anno per la rivista Krapp’s Last Post (2 settembre, ore 18.30, Piazza del Mart). Sarà invece uno spettacolo completamente visivo quello firmato da Ingri Fiksdal, The Syncopators, che prendendo ispirazione dalle riflessioni del sociologo Rolando Vazques, opera una critica all’idea capitalistica del tempo, che non concede la sorpresa dell’inaspettato perché completamente votato alla produttività (5 settembre, ore 11.30, Urban City e 6 settembre, ore 18, Piazza Erbe). Sarà invece ispirato agli scatti del noto fotografo Sebastião Salgado lo spettacolo di danza urbana di Poetic Punkers, collettivo di artisti italo belga - associato della Compagnia Abbondanza/Bertoni – in arrivo a Oriente Occidente con The ranch is empty. In scena oltre a performer professionisti, ci saranno alcuni amatori della danza e del teatro che hanno risposto a una call pubblica aperta dal Festival e dalla compagnia roveretana per partecipare a un laboratorio di alcuni giorni in vista dello spettacolo (7 settembre, ore 18, itinerante da Museo della Città). Proprio l’acqua e il suo rapporto con la città di Rovereto sarà al centro di Riflessi. Le pieghe dell’acqua, esplorazione urbana curata dall’artista roveretana Francesca Bertolini che propone un’esperienza itinerante in alcuni luoghi nascosti o poco conosciuti della città: il pubblico sarà guidato da performer e una mappa attraverso strade dove la presenza o l’assenza dell’acqua segnano nuovi punti di riferimento e definiscono le relazioni (9 settembre, ore 17, 17.30, 18, 18.30, itinerante da Museo della Città).
Oriente Occidente e Mart sono istituzioni culturali roveretane unite da una vocazione al contemporaneo che ne intreccia desideri e interessi. Per questo le sale espositive, ma anche i luoghi più nascosti o gli spazi interstiziali del Museo, diventano ogni anno spazio performativo per artisti e artiste ospiti al Festival. Per questa edizione, le sale del Mart saranno attraversate dal coreografo romano Enzo Cosimi, che arriva al Festival con tre lavori - un assolo, un duetto e una video installazione - riuniti sotto il titolo Pier Paolo Pasolini/Elogio alle barbarie, una evocativa trilogia dedicata al poeta friulano, che coinvolge nel duetto anche la danzatrice roveretana Alice Raffaelli (8 settembre, ore 18.30 e 19.30, Mart). Arriva dal Giappone la giovane coreografa Yoko Omori, vincitrice del secondo premio della settima edizione del concorso Danse élargie, a Rovereto grazie a una collaborazione tra Oriente Occidente e il Théâtre de la ville di Parigi. Interprete straordinaria, Omori ha vinto anche il bando delle residenze artistiche 2023 di Oriente Occidente e porta tra le sale del museo un work in progress del suo ultimo progetto PLAIN-Chan (3 settembre, ore 22, Mart). Tra le proposte al Mart anche Genoma scenico • Metodo firmato da Nicola Galli, artista associato di Oriente Occidente che propone al pubblico un “gioco”, in cui ognuno potrà costruire il suo unico e irripetibile spettacolo di danza (2 settembre, ore 11 e 16, Mart). Infine, negli spazi sotterranei del garage del museo, andrà in scena Radio Vinci Park, di François Chaignaud e Théo Mercier, una performance che unisce la musica barocca live del clavicembalo di Marie-Pierre Brébant al rombo del motore, i movimenti della danza alla forza di uno stuntman in moto (5 settembre, ore 22, parcheggio sotterraneo del Mart).
NICOLA GALLI, PANZETTI/TICCONI
Prosegue il lavoro di Oriente Occidente a sostegno della danza italiana con progetti che associano artisti per alcuni anni. Presenti al Festival con questa veste per questa edizione saranno Nicola Galli che arriva con l’ultimo lavoro. Ultra, che vede lo stesso Nicola Galli in scena in un duetto con Massimo Monticelli, sarà uno spettacolo da vivere con tutti i sensi che invita a ripensarsi in connessione gli uni agli altri ma anche alla natura per raggiungere un nuovo equilibrio globale (3 settembre, ore 18.30, Auditorium Melotti). Sarà invece programmato in novembre, in occasione dell’apertura della stagione di danza del teatro Zandonai e grazie a una collaborazione con il Centro Santa Chiara, Insel il nuovo lavoro di Panzetti/Ticconi, dallo scorso anno artisti associati a Oriente Occidente. Il nuovo progetto del duo di base tra Torino e Berlino tocca il tema delle relazioni, raccontando come da individui si diventa comunità (3 novembre, ore 20.30, Teatro Zandonai).
ORCHEXTRA TERRESTRE, MONSIEUR DOUMANI, BABA ZULA
Anche quest’anno torna la musica a Oriente Occidente. Tre gli appuntamenti con i concerti. Si inizia con l’anteprima del Festival, affidata all’Orchextra Terrestre, band multietnica di base a Trento guidata da Corrado Bungaro che arriva con uno spettacolo dal titolo Musiche dall’altro mondo e che porterà sul palco dell’Auditorium Melotti una ventina di musicisti che suoneranno strumenti dai diversi continenti, lasciando avvicinare il pubblico a quell’“incontro di culture” che è Oriente Occidente (26 agosto, ore 20.30, Auditorium Melotti). Saranno poi affidate alla musica le ultime due serate del Festival. Da Cipro, arriva il trio Monsieur Doumani, definito da The Guardian “uno dei gruppi più divertenti, sicuri e inventivi della scena” e acclamato in tutto il mondo per le riletture innovative della tradizione musicale cipriota, oltre che vincitore di numerosi premi tra cui il Songlines “Best Group” in gran Bretagna nel 2019 e il Premio della Critica Andrea Parodi nel 2018. A Rovereto, la band presenterà il suo quarto album, Pissourin (8 settembre, ore 22, Giardino delle Sculture del Mart). A chiudere il Festival sarà Baba Zula, in arrivo dalla Turchia dopo un tour mondiale che ha toccato Tokyo e New York, Nuova Delhi e San Paolo per far ballare la città per un’ultima serata di grande festa (9 settembre, ore 22, Giardino delle Sculture del Mart).
Le emergenze climatiche e sociali, la necessità di decolonizzare lo sguardo delle rappresentazioni culturali, il dialogo tra le grandi religioni monoteiste del Mediterraneo, i diritti delle donne, l’attivismo dei giovani per la difesa del pianeta, i viaggi dei migranti, l’importanza dell’acqua e la sua trasformazione in energia: i temi attraversati dagli spettacoli saranno affrontati anche da un panel di intellettuali, autrici, giornalisti, esperte ed esperti che saranno ospiti della sezione Linguaggi che anche quest’anno arricchisce il Festival con un’ampia proposta di conferenze. Da sempre infatti Oriente Occidente associa l’approfondimento alla danza, con imprescindibile attenzione a ciò che accade nel mondo.
Quest’anno il ciclo di Linguaggi è stato realizzato grazie a una fitta rete di collaborazioni che ha permesso di costruire un programma variegato e ricco di presenze nazionali e internazionali. Saranno a Rovereto: Riccardo Cristiano e Sara Hejazi, Lale Gül, Fabrizio Maronta, Maria Angela Clemente e Francesca Simi, Sara Segantin, Laura Canali e Alberto Pinter, Anna Chiara Cimoli e Francesco Frizzera, Benjamina Karić e Mario Boccia, Gaia Vince.
Hanno collaborato alla realizzazione del ciclo Linguaggi: Limes rivista italiana di geopolitica, Festivaletteratura, Amref Health Africa – Italia, Forum trentino per la pace e i diritti umani, Agenzia di Stampa Giovanile, Museo Storico italiano della Guerra, Centro per la Cooperazione Internazionale, Osservatorio Balcani-Caucaso Transeuropa, Libreria Arcadia, Dolomiti Energia.
Due eventi speciali si aggiungono alla programmazione. Una conferenza con Lia Courrier che si inserisce all’interno della collaborazione con ArteMente, il centro di formazione per giovani danzatori e danzatrici di Milano che da qualche anno trasferisce le sessioni estive a Rovereto, organizzando Summer Lab in collaborazione proprio con Oriente Occidente, nello Studio roveretano. Lia Courrier, docente di Artemente, incontrerà gli allievi e le allieve ma anche il pubblico del Festival in un appuntamento dedicato all’arte e alla danza come strumenti di consapevolezza per la relazione tra esseri umani e natura (4 settembre, ore 18, Giardino delle Sculture del Mart).
Il secondo evento speciale è firmato dal fisico e innovatore Alessandro Garofalo in dialogo con il futurologo, esperto d’innovazione Domenico Fucigna, che racconterà la figura del cool hunter, un cacciatore di tendenze, con il supporto dei video di Luca Cattoi e della musica di Flavio Zanon (6 settembre, ore 18, Sala conferenze del Mart).
Un mondo sostenibile sia in termini ambientali che sociali è ciò che le nuove generazioni chiedono a gran voce e che sempre più, in particolare negli ultimi anni, si è evidenziato come l’unica strada possibile da intraprendere.
Da diversi anni Oriente Occidente è promotore di progetti e azioni che intrecciano accessibilità e sostenibilità, due dei valori fondanti della mission della realtà culturale roveretana.
Nella consapevolezza della necessità di spostare persone - oltre che idee - da molto lontano, del dispendio di materie prime, di calore, di luce che la realizzazione di un evento provoca, Oriente Occidente ha messo in campo una serie di azioni di controllo e abbattimento dell’impatto sull’ambiente: riduzione di materiale promozionale cartaceo, eliminazione di acqua in bottigliette di plastica per i teatri, buffet completamente vegetariani, invito a pubblici e artisti a non utilizzare l’auto per spostarsi ma le biciclette messe a disposizione grazie a una collaborazione con Ruota Libera la ciclofficina di Rovereto, il riciclo dei banner pubblicitari dell’anno precedente per la realizzazione del merchandising grazie alla partnership con REDO, l’utilizzo esclusivo di energia che proviene da fonti rinnovabili ed è certificata “100% Energia Pulita Dolomiti Energia”, partner esclusivo per sostenibilità. A certificazione di un atteggiamento attento all’ambiente, Oriente Occidente Dance Festival riceve dal 2019 il marchio Eco Eventi del Trentino.
Essere sostenibili per Oriente Occidente significa anche rispondere a criteri di sostenibilità sociale, superando barriere architettoniche e culturali per essere un Festival aperto a più pubblici. Condivide con noi questa visione il nostro main sponsor Cassa Rurale Alto Garda e Rovereto, che supporta le iniziative di accessibilità. Tutti gli spazi sono dotati di descrizioni precise disponibili sul sito di Oriente Occidente e vogliono essere il più accessibili possibile: lo studio e i teatri hanno posti riservati a persone con mobilità ridotta e in carrozzina, accesso in autonomia al foyer di entrata, alla platea e ai bagni, parcheggi riservati nelle immediate vicinanze.
Continua inoltre il progetto già attivo da un paio d’anni con ENS di Trento per l’accessibilità a un pubblico di persone sorde. Quest’anno lo spettacolo Moby Dick avrà traduzione in LIS in scena e per tutti gli spettacoli in teatro saranno disponibili i Subpac, particolari dispositivi nati per esperienze di realtà virtuale che si indossano come zaini e che vibrano al ritmo della musica, permettendo la percezione sonora attraverso il tatto. Quest’anno inoltre, grazie alla collaborazione con la cooperativa Abilnova, per tutti gli spettacoli e i concerti in programma saranno disponibili audiointroduzioni e per i concerti anche descrizione dei luoghi di spettacolo, utili strumenti di comunicazione per un pubblico di ciechi o ipovedenti. Inoltre il sito di Oriente Occidente, completamente rinnovato grazie al lavoro della web agency Cantiere Creativo, leader nel settore della produzione di siti web con alti standard di accessibilità, risponde alle regole fornite da The A11Y Project, movimento nato negli Stati Uniti e ormai diffuso in tutto il mondo che intende invitare a uno sforzo per creare esperienze digitali allo stesso tempo accessibili ed esteticamente accattivanti, rendendo disponibili sia le componenti hardware che software a persone con disabilità.
A partire dal 6 luglio sarà possibile acquistare online i biglietti del Festival al sito orienteoccidente.it L’acquisto online sarà supportato da una infoline a cui si potranno richiedere informazioni e aiuto: 0464016576 e biglietteria@orienteoccidente.it
Quest’anno Oriente Occidente sceglie di offrire tre percorsi tematici che toccano le principali questioni portate avanti in questa edizione, proponendo tre abbonamenti da tre spettacoli ciascuno a un prezzo vantaggioso, disponibili all’acquisto online già dal 6 luglio: For future, che unisce gli spettacoli del Festival che guardano alle nuove generazioni e al loro rapporto con la difesa dell’ambiente (Firmamento di Marcos Morau, Ultra di Nicola Galli, Le Chant des Ruines di Michéle Noiret); Gender issues, su relazioni di genere e diritti delle donne (Strong Born di Kat Vàlastur, Radio Vinci Park di Chaignaud e Mercier, L’Homme rare di Nadia Beugre); Beyond boundaries, che invece riunisce alcuni spettacoli che invitano a superare ogni confine (Go figure di Sharon Fridman, Toi, Moi, Tituba… di Dorothée Munyaneza, Sol Invictus di Hervé Koubi).
Grande attenzione anche per i giovani con l’abbonamento Young che permette agli Under 35 di acquistare biglietti per quattro spettacoli a scelta nei teatri a soli 35 euro.
Il box office sarà allestito dal 25 agosto in Corso Rosmini 58 a Rovereto e sarà aperto tutti i giorni dalle 16 alle 20 e dalle 13 alle 20 a partire dall’1 e fino al 9 settembre. Non sarà possibile acquistare i biglietti nei luoghi di spettacolo, ma l’acquisto sarà sempre possibile online fino a cinque minuti prima di ogni performance.